La geologia dei vini Etna DOC
Come la geologia influenza il terroir dell’Etna
Le geologia dei vini Doc dell’Etna è stata già introdotta dall’articolo “Il Terreno Vulcanico nel terroir dell’Etna” con il riferimento, appunto, alla carta geologica dell’Etna raffigurante il perimetro sottinteso dalla DOC dei vini etnei. Quest’area comprende molte formazioni geologiche che rappresentano la base inorganica dei differenti suoli etnei.
Per semplicità raggruppiamo tutte le unità presentate dalla carta in 5 macro categorie:
- Argille sabbiose sedimentarie dalla granulometria fine e il colore grigiastro;
- Campi lavici di età variabile, caratterizzati da una superficie irregolare tipica delle leve etnee e dal colore estremamente variabile dalle molteplici sfumature di grigio a bruno rossastro;
- Depositi di caduta (prodotti piroclastici) da attività vulcanica esplosiva più o meno grossolani, spesso concentrati in prossimità dei numerosi crateri laterali e costituiti da scorie e brandelli di lava talvolta saldati tra loro, spesso dal colore rossastro associate a ceneri sottili grigio verdastre
- Depositi costituiti per lo più da materiali molto fini (cenere vulcanica) saldati tra loro ad alte temperature e caratterizzati da un colore scuro che, specialmente dove molto alterato, risulta spesso giallastro;
- Rocce e depositi di materiale di caduta riferito a fasi antiche dell’Etna quando il carattere del vulcano era di tipo marcatamente più esplosivo (Ignimbriti pleistoceniche) costituite da piroclasti di forma e dimensione variabile saldati tra loro da una matrice sabbiosa fine dal colore rossastro.
La cenere che cade sulle vigne
In questo contesto non possiamo infine dimenticare che l’Etna è tutt’ora uno dei vulcani più attivi al mondo. Basti pensare che negli episodi parossistici (eruzioni eccezionalmente esplosive) del dicembre 2015 sono stati eruttati in soli 3 giorni quasi 14 milioni di tonnellate di nuova cenere vulcanica che chiaramente si è depositata al suolo.

Questo apporto può essere estremamente variabile di anno in anno ma rappresenta un contributo in composti inorganici che “piovono letteralmente dal cielo” che non si può trascurare. La tabella di seguito evidenzia la composizione chimica media della cenere vulcanica dell’Etna.
SiO2 | TiO2 | Al2O3 | FeOtot | MnO | MgO | CaO | Na2O | K2O | P2O5 |
50% | 2% | 16,75% | 11% | 0.25% | 4% | 8,25% | 4% | 3% | 0,75% |
Si nota immediatamente che al di là della silice, componente principale di tutte le vulcaniti, sono i composti in ferro, alluminio e calcio ad essere maggiormente rappresentati.
Capiamo quindi come in questo contesto geologico e pedologico più unico che raro, per quanto sia sempre notevole l’intensa attività dell’uomo, sopratutto agricola, che sin dall’epoca romana ha interessato questa zona del’Etna, non potremo mai prescindere dalla natura vulcanica del suolo e le sue magnifiche sfumature, le sue differenze sia geografiche che temporali e quindi le sue interminabili trasformazioni. L’Etna è notoriamente il vulcano più studiato al mondo, proprio per via della sua affascinante complessità.
Indagare a fondo la “geologia dei vini” DOC dell’Etna, potrebbe dare informazioni interessanti su quelle che sono le peculiarità dei vitigni, la longevità del vino e perfino il suo intrinseco valore qualitativo.